Decreto Lavoro 2023

Nell’intento di poter anticipare alcune modifiche all’impianto normativo che regolamenta i rapporti di lavoro il presente messaggio analizza possibili variazioni, che però dovranno essere confermate dalla regolamentazione che il Governo vorrà effettivamente attuare. Vista l’importanza di alcune modifiche si proverà quindi nel presente messaggio ad affrontare le tematiche di riferimento ma il lettore non deve ritenere certe le indicazioni in quanto il Decreto deve ancora essere emanato.

Il Governo, nell’intento di dare seguito alle promesse in fase di campagna elettorale, intende dare seguito ad alcuni provvedimenti mirati a snellire la burocrazia che interessa il rapporto di lavoro e possibilmente anche all’alleggerimento del costo del lavoro in special modo dei ragazzi fino a 29 anni di età, pertanto in funzione di ciò è in attesa di uscita un “ Decreto Lavoro“, posto all’attenzione del consiglio dei ministri che possa valutare le misure di seguito indicate:

 

Contratti a Termine: 

Attualmente, in conformità di quanto previsto al Decreto Dignità, per i rapporti superiori a 12 mesi la proroga deve essere giustificata da

  • esigenze temporanee e oggettive estranee all’attività ordinaria;
  • sostituzione di lavoratori;
  • incrementi temporanei e significativi dell’attività che giustifichino il ricorso al contratto a tempo determinato

Il Governo vorrebbe modificare le causali come di seguito esposto:

  • specifiche esigenze previste dai contratti collettivi stipulati da associazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, ovvero dalle rappresentanze sindacali aziendali o dalla rappresentanza sindacale unitaria;
  • specifiche esigenze di natura tecnica, organizzativa e produttiva individuate dalle parti in assenza della previsione della contrattazione collettiva, previa certificazione delle stesse presso le apposite commissioni;
  • esigenze sostitutive di altri lavoratori.

 

Obblighi Informativi: 

Attualmente, in conformità di quanto previsto al Decreto Trasparenza, sussisterebbero obblighi informativi che rendono molto onerosa da parte del Datore di Lavoro l’esposizione in sede contrattuale,

Il Governo intende semplificare l’obbligo di informazione semplicemente con riferimento alla norma, alla contrattazione collettiva, anche aziendale, demandando però al Datore di Lavoro l’onere di far recapitare tutto il materiale informativo e di riferimento contrattuale sia in forma cartacea che digitale ma anche consegnando al lavoratore password di accesso ad appositi siti web atti alla pubblicazione della documentazione.

 

Assunzioni Under 30: 

La nuova agevolazione sarebbe rivolta in particolare ai NEET, Not in Education, Employment or Training, cioè i giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni privi di impiego, non inseriti in percorsi di istruzione o di formazione.

I datori di lavoro privati che assumono under 30 registrati al programma Iniziativa occupazione giovani dovrebbero poter beneficiare di uno sgravio pari al 60% della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali.

In caso di cumulo con lo sgravio contributivo già in vigore fino alla fine del 2023, per chi assume a tempo indeterminato giovani under 36, sarebbe prevista una decurtazione del nuovo incentivo: il bonus under 30 risulterebbe quindi pari al 20% della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali.

Il bonus assunzioni per i NEET, applicabile ai contratti a tempo indeterminato e di apprendistato professionalizzante stipulati tra il 01-06-2023 e il 31-12-2023, dovrebbe essere riconosciuto per un massimo di 12 mesi e fruito mediante conguaglio nelle denunce contributive mensili. Anche le assunzioni a scopo di somministrazione dovrebbero rientrare nell’incentivo, escluso invece per i rapporti di lavoro domestico.

 

Lavoro Domestico:

Anche i lavoratori domestici dovranno sottoporsi alla sorveglianza sanitaria, mentre per i datori di lavoro è previsto un nuovo tetto, pari a 3.000,00 euro, per la deducibilità dei contributi versati agli addetti ai servizi domestici

 

Contratto di Espansione: 

Nell’attuale bozza è prevista la proroga al 2025 della facoltà di avviare procedure di consultazione sindacale finalizzate alla stipula del contratto di espansione. Resta fermo il limite minimo di cinquanta unità lavorative in organico anche nell’ipotesi di aggregazione di imprese.

Per consentire fino al 31-12–2023 l’attuazione dei piani di rilancio di gruppi di imprese che occupano più di mille dipendenti, dovrebbe essere prevista, per i contratti di espansione stipulati entro il 31-12-2022 e non ancora conclusi, la possibilità di concludere, in sede ministeriale, un accordo integrativo finalizzato a rimodulare le cessazioni con un accesso dilazionato allo scivolo pensionistico entro un arco temporale massimo di 12 mesi.

Inclusione: 

A differenza di quanto prospettato nei mesi scorsi, non sarebbe la Misura per l’Inclusione Attiva (MIA) a sostituire il Reddito di cittadinanza, bensì la Garanzia per l’Inclusione (GIL): un nuovo aiuto economico previsto dal decreto Lavoro, caratterizzato da requisiti Isee diversi e più restrittivi rispetto alla precedente aiuto.

Parallelamente a GIL dovrebbero prendere forma anche due nuovi strumenti di sostegno che prevedono l’erogazione di importi più bassi, cioé la Prestazione di Accompagnamento al Lavoro (PAL) e la Garanzia per l’Attivazione Lavorativa (GAL).

Come per il Reddito di Cittadinanza, anche la Garanzia per l’Inclusione dovrebbe essere riconosciuta alle famiglie e non ai singoli cittadini.

Per poter richiedere il sussidio nei nuclei familiari dovrebbe essere presente almeno un componente con disabilità, un minore, un soggetto con almeno 60 anni o con una patologia riconosciuta per l’accesso all’assegno di invalidità civile, anche temporaneo.

Inoltre, per ottenere l’aiuto economico le famiglie dovrebbero possedere congiuntamente un valore dell’ISEE non superiore ai 7.200,00 euro e un valore del reddito familiare inferiore a 6.000,00 euro annui, soglia da incrementare in base al numero di componenti della famiglia. Tra i parametri di riferimento da rispettare ci sarebbero anche il valore del patrimonio immobiliare e mobiliare.

L’importo dalla GIL dovrebbe essere pari a 6.000,00 euro l’anno, vale a dire 500,00 euro al mese moltiplicata per il corrispondente parametro della scala di equivalenza. Il sussidio potrebbe essere integrato fino a 3.360,00 euro – cioè 280,00 euro extra al mese – come contributo affitto.

Il sussidio dovrebbe essere erogato mensilmente per un periodo continuativo non superiore a 18 mesi e potrebbe essere rinnovato, previa sospensione di un mese, per periodi ulteriori di 12 mesi.

Parallelamente alla GIL, il decreto Lavoro dovrebbe prevedere anche l’introduzione di due nuove misure che danno diritto a un’indennità di 350,00 euro al mese.

La prima è la Prestazione di Accompagnamento al Lavoro (PAL), una misura transitoria prevista da settembre 2023 e fruibile fino alla fine dell’anno. I potenziali beneficiari del PAL sarebbero gli ‘occupabili’ che attualmente percepiscono il Reddito di cittadinanza e che, al momento della scadenza dei 7 mesi di fruizione del sussidio previsti dalla Legge di Bilancio 2023, hanno sottoscritto il Patto per il lavoro e sono inseriti in misure di politica attiva del lavoro. Questi soggetti, quindi, dovrebbero continuare a ricevere un aiuto economico ma con importi inferiori.

L’altra è la Garanzia per l’Attivazione Lavorativa (GAL), destinata a coloro che appartengono a nuclei familiari che non hanno i requisiti per richiedere la Garanzia per l’Inclusione. Secondo le anticipazioni, potrebbero richiederla i cittadini con un’età compresa tra i 18 e i 59 anni e con un ISEE non superiore a 6.000,00 euro. In questo ultimo caso, all’interno della famiglia sarebbe possibile richiedere il sostegno economico al massimo da parte di due persone, ma per la seconda l’importo sarebbe pari a 175,00 euro. Il periodo di copertura arriverebbe a un massimo di 12 mesi senza rinnovo.

 

Omesso versamento contributi: 

In caso di omesso versamento delle ritenute previdenziali sarebbe previsto un aggravio da 1,5 a 4 volte l’importo omesso.

 

Salute e Sicurezza nei luoghi di lavoro: 

Nella bozza di decreto è prevista l’istituzione di un Fondo per l’indennizzo ai familiari di vittime di infortuni in occasione di attività formative. Ad essere assicurati saranno gli studenti di ogni ordine e grado, anche privati, compresi quelli impiegati in percorsi di istruzione e formazione professionale come l’alternanza scuola – lavoro.

L’istituzione del fondo è prevista a fronte dei numeri di denunce di infortunio in costante crescita negli ultimi 3 anni.

Un nuovo obbligo è quello che riguarda il medico competente tenuto a richiedere al lavoratore, in occasione delle visite di assunzione, la cartella sanitaria rilasciata dal precedente datore di lavoro, ai fini del rilascio del parere di idoneità. La nomina del medico competente diventerà obbligatoria ogniqualvolta la valutazione dei rischi ne suggerisca la presenza.

 

 

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A cura e relazione Dr. Alessandro Tricarico – Consulente del lavoro a Roma.

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